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I LUOGHI DELL’ANIMA – L’ANIMA DEI LUOGHI

Eventi

14 dicembre fino al 27 dicembre 2013
Evento collaterale de “I LUOGHI DELL’ANIMA” – sede distaccata di Via Prè 137.
Evocare pensieri e immagini per costruire un’idea completa di città. A far parte di questa “collettiva dell’anima” sono stati chiamati a partecipare: Carlo Busetti, Roberto Cartasegna, Anna Maria Ferrari, Luca Garbati, Giorgio Gatto, Roberto Guerrini, Daniela Kalepyros, Maura Mironi, Paolo Lorenzo Parisi, Paolo Passoni, Marco Ponte, Michael Repetto, Maurizio Melis Roman, Enrica Sala.
curatrice Loredana Trestin
testo catalogo dott.sa Medea Garrone
comunicazione Anna Maria Ferrari
in collaborazione con IMMAGINECOLORE.COM

I LUOGHI DELL’ANIMA

Ognuno è la somma di tutti i luoghi in cui è stato, ritorna, di cui sente la nostalgia
 o che ha incontrato sullo sfondo di una pittura,
 e forse esiste una città dentro di noi,
 una conchiglia esistenziale, secrezione del nostro vissuto,
un Arlecchino di posti incastonato nella memoria.
(Paolo delle Monache Non-finito, infinito)

I luoghi sono come le persone importanti nella vita di ognuno. Lasciano il segno, non si dimenticano, hanno caratteristiche che possiedono solo loro.
E Genova ha caratteristiche tutte sue che la rendono intimisticamente struggente e consustanziale solo a se stessa e a chi la abita, a chi sente di avere con essa un rapporto viscerale e di essere costituito della medesima “materia”.
Sono tante ormai le città che nel corso del tempo hanno assunto un aspetto ibridato, tra antico e moderno, nel tentativo di guardare al futuro pur mantenendo ancora un legame col passato, per  dimostrare, in realtà, ciò che esse ormai non sono: si tenta una “decifrazione di ciò che siamo alla luce di ciò che non siamo più” (Pierre Nora). Eppure esistono ancora luoghi che sono rimasti ciò che erano, perché innanzitutto non hanno cambiato la propria natura, si sono mantenuti fedeli a stessi, complice anche la conformazione territoriale, che plasma e condiziona le città e i suoi abitanti. Per questo i genovesi assomigliano caratterialmente a Genova: un po’ chiusi, un po’ diffidenti, apparentemente poco generosi; eppure quando si vuole andare in profondità, scoprire le viscere del luogo e delle persone che lo abitano, si disvela l’inaspettato e impensato.
E in un’epoca in cui sembrano prendere piede la distanza e la velocità, in cui, attraverso la globalizzazione, il mondo sembra farsi città, un’immensa città dove tutto sembra interconnesso e facilmente collegato e collegabile tramite i mezzi di comunicazione e di trasporto sempre più veloci, è d’obbligo che ancora si cerchino nei propri luoghi, la specificità, il senso della quotidianità nel luogo in cui abitiamo. E il senso è dato anche dalla singolarità, che è l’esatto opposto della omogeneizzazione piatta, che vorrebbe ogni luogo uguale a un altro. L’antropologo Marc Augè parla di ”estetica della distanza”, che non è altro, appunto, che quel modo di vedere da lontano, a distanza enorme, ciò in cui viviamo e ci circonda, senza più coglierne il dettaglio e la diversità.
Siamo circondati dai nonluoghi, ossia da tutti quei posti e quelle strutture nati per far credere che tutto sia uguale a se stesso e che tutti dobbiamo farne parte (centri commerciali, parchi dei divertimenti, club vacanze etc. etc.) e di cui sono simbolo le architetture urbane che non fanno altro che accentuare la preminenza del globale sul locale.
I luoghi dell’anima, invece, sono quelli che ancora permettono l’esistenza del particolarismo, che fanno sentire un luogo, uno scorcio o un ambiente speciale e in cui la persona che ci vive si sente allo stesso modo speciale e accettata nella sua diversità. Come ha scritto Karen N. Wikstrand a proposito di Genova: “Adoro questa città. Mi fa sentire meno fuori di testa e anormale. Mi fa quasi sentire normalissima. Mi sta entrando sottopelle, mi sta ipnotizzando, ammaliando come una vecchia Sirena”.
Secondo la cultura classica sul focolare domestico vigilavano Estia, dea del focolare posta al centro della casa, nel punto più intimo, ed Hermes, il dio della soglia, rivolto verso l’esterno e protettore degli scambi. Oggi Hermes ha preso il posto di Estia: televisori e computer occupano lo spazio di quell’antico focolare. E l’uomo, così, è decentrato perfino rispetto se stesso. I luoghi autentici, quelli dell’anima e non delle comunicazioni veloci e dispersive, riportano l’individuo al centro, ed Estia al proprio posto. A Genova esiste ancora Estia, basta saperla cercare. Come ovunque.
Sono proprio gli artisti a essere in grado, attraverso un intimismo e una sensibilità tutti particolari e, per così dire, surreali, di narrare attraverso le immagini –che siano in movimento o fissate per sempre con uno scatto o un dipinto- tali luoghi e le persone che li abitano.

Medea Garrone


Comunicato stampa

“I LUOGHI DELL’ANIMA”  A GENOVA
Video, fotografia, pittura e scultura si intrecciano
per narrare alt(r)i sentimenti
Dal 13 dicembre 2013 all’11 gennaio 2014 al Palazzo della Commenda di Prè

C’è vita nei luoghi? C’è vita in uno spazio vuoto o pieno? C’è vita in uno spazio aperto o chiuso? Certo che si. È quella vita della quale rimangono echi in quei topoi nutriti dai sentimenti ed emozioni di chi ci è passato, vissuto, amato, lasciando tracce indelebili. Segni senza fine che si vogliono “svelare” in questo format dove la città di Genova (ma potrebbe essere qualsiasi altra città) è la protagonista assoluta.
Questo è l’assunto principe che si manifesta ne “I luoghi dell’anima”, esposizione che aprirà il 13 dicembre 2013 nel Palazzo della Commenda di Prè e andrà avanti sino all’11 gennaio 2014.
I luoghi come merce di scambio di anime che hanno fornito un vissuto a spazi, e di come questi stessi spazi abbiano generato un’anima a chi li ha frequentati. Un doppio binario sul quale si intrecciano e incrociano eros e thanatos, kronos e kairos.
Un discorso di immagini e di come rendere queste immagini attraverso un ritorno alle origini. Un comeback tramite mezzi digitali, e non, usati nel loro intimo analogico. Per usare il dogma di Von Trier si può dire che solo attraverso la purezza delle immagini e della semplicità si può arrivare a descrivere un’idea compiuta senza modificarla nella sua essenza. Quindi ne “I luoghi dell’anima” tutto ha un suo preciso percorso narrativo. Se i video di Mauro Conciatori predicano umiltà al servizio della verità (una semplice sony da “turista”), se le fotografie di Karen Natasja Wikstrand indicano la strada da seguire nel digitale (telefoni cellulari con le loro applicazioni di fotografia), se le opere di Fabrizio Di Nardo parlano ai cuori con la loro immediatezza (tele e assi di legno recuperate da cantieri) ecco che il mondo attuale diventa un portale per attingere a ciò che la tecnologia offre per tornare al passato, a quel passato che non si potrà mai corrompere in quanto passato. La mostra ha “la partecipazione straordinaria” del Maestro Emilio Conciatori che apre e chiude la mostra con due tele che rappresentano di come attraverso il passato si possa raccontare il futuro senza passare per trans-posizioni e trans-azioni che andrebbero solo a rallentare il corso del tempo.
L’esposizione inaugurerà il 13 dicembre alle 17.30 ma già dalle 15.30 si aprirà l’evento con un incontro, nello “spazio teatro”, con personaggi del mondo  sociale e culturale di Genova a cultura alla presenza degli artisti. All’incontro, moderato da Loredan Trestin, curatrice e ideatrice dell’evento, parteciperanno: la Presidente del Mu.ma Mariapaola Profumo, la Console Generale dell’Ecuador Esther Cuesta Santana, il Prof. Arch. Guglielmo Bilancioni, la Dott.ssa Cristiana Ricci , il Prof. Roberto Guerrini, il Prof. Marco Fabio Gasperini, il Dott. Roberto Cartasegna, la Dott.ssa MariaGrazia Sulpizi, il Dott. Roberto Balestrino, Ivano Malcotti, Dott.Francesco Setti, il Dott. Piero Cademartori, Prof. Francesco Cento, il Prof. Luca Valerio, rappresentanti del Mu.Ma. …
Incontro che vedrà la sua prosecuzio il 19 dicembre p.v. sempre alle 15.30 nello stesso spazio.
Nei due incontri verranno esaminati i rapporti tra sentimenti e luoghi e di come si interfaccino tra di loro nelle varie sfumature: da quella architettonica a quella dei suoni, dalla musica alla filosofia, dalle parole all’arte figurativa, dal cinema all’economia, dall’amministrazione alla fotografia. Mille aspetti per i mille rivoli con i quali si compone “l’anima dei luoghi”. Da qui il titolo della mostra che prenderà avvio il giorno seguente, 14 dicembre fino al 27 dicembre, dove artisti genovesi si cimentano con la “loro” visione dei “loro” luoghi nello spazio di Via Prè 137. Evocare pensieri e immagini per costruire un’idea completa di città. A far parte di questa “collettiva dell’anima” sono stati chiamati a partecipare: Carlo Busetti, Roberto Cartasegna, Anna Maria Ferrari, Luca Garbati, Giorgio Gatto, Roberto Guerrini, Daniela Kalepyros, Maura Mironi, Paolo Lorenzo Parisi, Paolo Passoni, Marco Ponte, Michael Repetto, Maurizio Melis Roman, Enrica Sala.
Sempre il 13 dicembre, invece, nello stesso spazio della Commenda, alle ore 19.00, la presentazione della raccolta di poesie “Dove le parole sono sogni. Un viaggio poetico tra Ecuador e Genova” e la premiazione di “A voce alta” – Concorso di poesia, musica e danza 2013. Il progetto è rivolto ai giovani di tutte le nazionalità, che vogliano condividere il proprio talento e la propria creatività, promuovendo il senso di appartenenza a una o varie comunità, nonché dell’interazione fra culture diverse. Questo evento è a cura del Consolato Generale dell’Ecuador a Genova e del Festival Internazionale di Poesia di Genova.

  • organizzato da: DivulgArti in collaborazione con Immagine e Colore
  • curatrice mostra: Loredana Trestin
  • in collaborazione : Barbara Cadei, Medea Garrone
  • comunicazione: Anna Maria Ferrari
  • si ringrazia inoltre: Marina Mannucci (Relazioni Esterne – Mu.MA – Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni), Paola Repetto (Referente Consorzio Sol.Co Liguria), Paola Ravera (Assessore alla Cultura Municipio I Circoscrizione Centro Est), Paola Borrelli ()
  • sponsor:  Studio DiLegno il team del costruire sostenibile, Corazzolla arredamenti su misura, Editrice Zona, Casalese Style