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TIZIANO CALCARI – IL SIMBOLISTA ASTRATTO

Ducale, Eventi

Durata: dal 20 luglio al 3 agosto 2017
Inaugurazione: Giovedì 20 luglio alle ore 17:30
Direzione artistica e curatela: Loredana Trestin Curatrice D’arte
Testo critico: Andrea Domenico Taricco, Critico dell’Arte
Assistente curatore: Cristina Bianchi
Grafica e web: Anna Maria Ferrari
Foto: Gloria Ferrari
Orario: dal lunedì al venerdì 14.30 18.30, il sabato su appuntamento, Loredana: 331 646 5774
Cristina: 347 455 9985
Location: Divulgarti Eventi al Ducale – Genova Palazzo Ducale, Cortile Maggiore Piazza Giacomo Matteotti, 9, 16123 Genova

| Invito | Depliant |

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Il Simbolista Astratto

Mostra Personale di Tiziano Calcari

Critico d’Arte Andrea Domenico Taricco

“ Un simbolo non offre un concetto preciso ma agisce
come uno specchio che riflette il livello di Coscienza
del ricercatore”

Alejandro Jodorowsky

Tiziano Calcari rappresenta nel panorama dell’arte contemporanea un punto di svolta nella ricerca di sintesi perfetta tra le tendenze creative della tradizione e lo slancio verso nuove formulazioni di linguaggio. Elementi costitutivi di uno stilema classico trasposto in un contesto moderno che ho definito Simbolismo Astratto. Seguendo queste premesse è interessante calarci nell’ottica del Simbolismo e dell’Astrazione pittorica per giungere al suo livello creativo. Nella prima asserzione definiamo simbolismo le espressioni pittoriche nate nella Francia del diciannovesimo secolo in seno ai lavori neo-impressionisti in cui artisti come Paul Signac, Georges Seurat e Odilon Redon seguitando i concetti di Félix Féneon nel 1886 sulla rivista “L’Art Moderne” trattavano la pittura come una scienza protesa verso la luminosità cromatica, l’ottica dei toni, l’armonia sino a caratteristiche emotive che dovevano coinvolgere il fruitore. Queste varianti si svilupparono nel contesto italiano per mano dei Divisionisti ma in ambiente simbolista queste concezioni razionali venivano superate per scatenare l’enfasi spirituale di cui la natura doveva esaltarne l’aspetto formale mentre il colore quello più intimo. In altre parole l’oggettività doveva relazionarsi alle sensazioni più intime del creatore proiettandosi verso un pubblico colto che doveva rapportare l’apparenza della pittura con un linguaggio più elaborato. Su questa linea espressiva si distinsero Gustave Moreau, Arnold Bocklin come lo stesso Giovanni Segantini. Sul versante dell’Astrazione invece si parte da una stilizzazione del gesto, del segno o del linguaggio in sé per sé che traduce e reinterpreta ciò che appartiene direttamente alla realtà di riferimento in qualcosa di ancestrale e immediato. L’astrattismo si sviluppa nel ventesimo secolo seguitando la rivoluzione delle avanguardie artistiche come i Fauves ed il Cubismo. Interessante da questo punto di vista il testo di Wilhelm Worringer intitolato Astrazione ed empatia in cui l’intenzione dell’artista predomina sul senso stesso della realtà sino all’origine della forma pura. Atteggiamenti che influenzeranno le espressioni dei futuristi così come nel gruppo Il Milione od alle manifestazioni Neoplastiche che proietteranno la propria interpretazione nell’Informale così come nello Spazialismo sino all’arte Cinetica od alle sperimentazioni della pittura Analitica. Dunque il Simbolismo che si ispira alla Natura parte solo da essa per tradurre un valore più intrinseco, l’Astrattismo invece si discosta definitivamente dal contingente: l’ego diviene per entrambe le tendenze un centro gravitazionale nevralgico su cui basare uno stato assoluto dell’Essere. Tutto ciò rientra perfettamente in Calcari. La sua pittura rievoca elementi tratti dalla realtà/Natura e li veicola individualmente attraverso l’alterazione della forma sino alla rideterminazione del colore stesso: bianco, nero, rosso delineano una simbolizzazione di significazioni personali valide per la propria sensibilità od esperienze di vita. Dunque l’aspetto di riconoscibilità oggettiva è solo una traduzione di elementi che astraggono l’immagine in qualcosa di non immediatamente percepibile dall’occhio dell’osservatore. Ecco allora il binomio Simbolismo – Astrazione, coincidere in una sintesi perfetta: l’estrapolazione di connotati realistici e la loro simbolizzazione emotiva induce l’artista a riconfigurarli in un linguaggio individuale che annulla i riferimenti logici sino a traslarli in forme pure, assolute, archetipiche. Il suo simbolismo astratto è concettuale, moderno, innovativo ed ha fatto il giro del mondo: sappiamo di lui che è nato a Brescia nel 1969 e da sempre ha manifestato un’attenzione particolare alle arti. Dipinge dall’età di vent’anni e dal 1990 partecipa a mostre collettive per giungere al 1995 in cui si interessa al ritratto nel Ciclo intitolato Dolci Presenze. Da allora ha esposto a New York, Pechino, Malaga sino a Parigi e Londra. Nel 2013 il critico d’arte Carlo Franza lo invita alla mostra I volti della bellezza sino a Berlin3 o nel 2015 per l’Expo di Milano o nel 2016 presso la Basilica SS. Quattro Coronati a Roma. Questi i tratti distintivi di Calcari che riesce attraverso la pittura a stabilire un punto di convergenza tra i connotati simbolici della realtà dalla quale parte e la loro conseguente astrazione. Un’operazione creativa che genera le emozioni, le sensazioni ed i sentimenti da un contesto di riferimento sino alla propria sublimazione per mezzo della quale questi stati della psiche vengono filtrati e condivisi con il pubblico. Un’operazione concettuale in cui la pittura diviene lo strumento per eccellenza per esaltare gli stati latenti dell’Anima.

 

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