IL DOPPIO VIANDANTE: PAOLA ESPOSITO E NICOLA ATERINI
Dal 5 al 19 ottobre 2019
Inaugurazione: 5 OTTOBRE ore 18.00
Sede espositiva: Divulgarti Eventi al Ducale – Genova Palazzo Ducale, Cortile Maggiore P.za Giacomo Matteotti, 9, 16123 Genova
Orario mostra dal martedi al sabato dalle 14.00 alle 18.00 (sabato su appuntamento)
Direzione artistica e curatela: Loredana Trestin
Assistente Direzione e curatela: Maria Cristina Bianchi
Testo critico: Piero Cademartori
Grafica e web: Anna Maria Ferrari
Partecipano gli artisti:
PAOLA ESPOSITO E NICOLA ATERINI
Ognuno di noi porta appresso le proprie inquietudini, i tormenti, ciò che ispessisce l’umore e fa riverberare l’anima, è quel “doppio” di noi che ci segue, talvolta ci perseguita, ci fa correre o crollare al suolo, a volte sorridere. E’ il “carico” della vita, quel vissuto che pare pesare eccessivamente e solo poche volte sembra che ci voglia sollevare, far galleggiare. E allora un artista cerca dentro di sé quel doppio che cammina al suo fianco e che diventa la sua arte, la sua espressione, quanto di più profondo riesce a emergere. Il “doppio viandante” è, per gli artisti Nicola Aterini e Paola Esposito, quasi un’ossessione che si fa forma, che dialoga con linee e luce, scava e riemerge, adatta e sorprende.
La tecnica, quella della scultura in argilla, è per Paola Esposito il punto mediano tra ciò che cela e quanto vuole mostrare, la linea che separa la profondità dall’esuberanza delle forme. Due figure si guardano, l’una di fronte all’altra, in una tensione che le spinge a volersi toccare, restando inerti, quasi separate da un soffio – quello del fuoco che le ha plasmate, delle mani che le hanno forgiate e levigate – in un doppio proteso e impossibile. Una figura vive la sua disperazione in un abbraccio di plastica, stringendo a sé quella corazza che è limite e protezione, non ha sofferenza sul volto ma quasi un anelito sensuale, passionale, protende le labbra a cercare quell’altro da sé, il doppio impossibile che carica le spalle e avvolge all’infinito.
Per Nicola Aterini la tecnica pittorica e il disegno sono lo slancio per far uscire l’incubo del cuore, per far sgorgare sul bianco della tela e della pagina il doppio che porta dentro, il bisogno di “dire” ciò che cela, cercando il dialogo con l’altro da sé, quel viandante che lo accompagna, forse da sempre, e solo dalle linee traspare. Volti attraversati da un dolore, eterei e penetranti, ripiegati in sé, dallo sguardo socchiuso a ripercorrere il proprio dramma, a sentire tutta la lacerazione che solo noi, osservandoli, possiamo percepire, abbandonando poi quelle figure al loro destino, perché siamo incapaci di descrivere a noi stessi un tale dolore, senza scavare dentro e trovare l’essenza del grido, del soprassalto che il nostro doppio viandante ci mostra, inesorabile.
Piero Cademartori