Luce d’Antico, Ombre di Modernità

Dal 10 al 24 ottobre 2025
Opening: venerdì 10 ottobre alle ore 18
Sede espositiva: Palazzo Bellini, Lungarno Soderini, 3, 50124 Firenze FI
Orario mostra: dalle 10:30 alle 12 e dalle 16 alle 18 dal lunedì al sabato
Curatrice: Loredana Trestin
Assistente curatore: Maria Cristina Bianchi
Responsabile organizzazione: Valentina Maggiolo
Segnalatori d’arte: Federica Angelucci, Ludovica Dagna, Marta Zugarelli, Valeriano Venneri
Art direction e web: Anna Maria Ferrari Artemisiaonline.eu
Social media manager: Anna Poddine
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Gli artisti che espongono sono:
Bella K, Oxàna Bòdis, Kascia Cheng, Robert Childs-Hurn, Judith Claire, Anna Gallucci, Yeşim Gök, Kannamuris, Zoe Karaca, Joyce Ling, Heli – Maria Lallinaho, Ramón Lapayese, Yuni Lee, Gaka Mira, Nazanin, Katerina Parpa, Sai Pattaraporn, Antonio Pons, Jack Restall, RLL, Justine Rosenzweig, Robert S. Mroczynski, Annalisa Schirinzi, Ines Serna Orts, María Jesús Soler, Giusy Tamburrano, Antonio Uvalle,Yoyos Craft, Wei Wei
L’arte è un ponte tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Nel titolo della mostra, “Luce d’Antico, Ombre di Modernità,” si riflette questa tensione tra il passato che illumina il presente e le ombre della contemporaneità che interrogano la memoria e il futuro.
Palazzo Bellini, con la sua collezione che abbraccia secoli di storia, è più di un luogo fisico: è un archivio vivente della bellezza e della creatività umana. Qui, l’arte del passato non è solo testimonianza di un’epoca trascorsa, ma un faro che illumina le infinite possibilità del presente. Filosofi come Walter Benjamin ci ricordano che la storia non è mai un’entità fissa: ogni epoca si reinventa attraverso il dialogo con ciò che è stato. Allo stesso modo, il Museo Bellini invita gli artisti contemporanei a dialogare con la “luce” del passato, rendendo visibili nuove forme di espressione nell’ombra della modernità.
La “Luce d’Antico” rappresenta l’illuminazione che il passato offre: un’ispirazione che ci spinge a cercare l’armonia, la misura e la profondità proprie delle creazioni dei grandi maestri. È la luce che attraversa i secoli, rivelando come le opere d’arte antiche contengano un’energia che continua a risuonare nel presente. Ogni busto di Donatello, ogni affresco giottesco e ogni ceramica robbiana custoditi al Museo Bellini parlano di un tempo in cui l’arte era veicolo di eternità e sapienza.
Le “Ombre di Modernità,” invece, sono il terreno di riflessione e inquietudine che caratterizza la nostra epoca. Esse rappresentano l’incertezza, la frammentazione e le sfide del presente: la tecnologia che ci avvicina e ci isola, la globalizzazione che uniforma e divide, le crisi che ridisegnano il nostro modo di essere comunità. Eppure, è proprio nelle ombre che si annida la possibilità del nuovo, il potenziale per ripensare la nostra relazione con il mondo, con gli altri e con noi stessi.
Loredana Trestin
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